Budapest è letteralmente disseminata di monumenti e luoghi
dedicati a momenti più o meno tristi dell’ultimo secolo.
Se la parte di storia che riguarda la Shoah bene o male ci è
purtroppo abbastanza chiara, ho scoperto che la liberazione dalla piaga del Nazismo
non ha messo fine al periodo di terrore che la città ha dovuto in seguito scontare
con il Comunismo.
«Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente» scriveva Indro Montanelli.
I luoghi che ho avuto il privilegio di visitare sono:
LA GRANDE SINAGOGA:
Nel cuore del quartiere ebraico, rappresenta la più grande sinagoga in Europa,
e la più grande al mondo dopo quella di New York. Consiglio vivamente di
visitarla con una guida italiana per capire sia il significato degli elementi
architettonici per chi, come me, non è abituato a questo genere di luogo di
culto, sia per tutte le info storiche che vengono fornite.
LA GRANDE SINAGOGA |
L’ALBERO DELLA
VITA:
Nel giardino della stessa Sinagoga,
su di una ex fossa comune, è stato realizzato un Salice in metallo, in ricordo
di tutte le vittime dei nazisti , intitolato “Albero della Vita”, ogni foglia
porta inciso il nome di un martire, per non dimenticare le atrocità
subite da questa comunità.
ALBERO DELLA VITA |
LA LAPIDE DEDICATA
A GIORGIO PERLASCA:
Accanto all’ “Albero della Vita”, si trova una lapide circondata da sassi
lasciati da chi è venuto in visita, che ricorda la straordinaria impresa
umanitaria che questo eroe portò a termine, salvando oltre 5000 ebrei ungheresi
dalla deportazione nazista.
RICORDO GIORGIO PERLASCA |
Sul lungofiume, sponda Pest, poco prima di arrivare al Parlamento è stata creata un’opera molto particolare, che ricorda un massacro di cittadini ebrei, i cui cadaveri furono rozzamente buttati nel fiume. Proprio sulla riva si trovano 60 paia di scarpe di acciaio, sparse in file disordinate e la lacrima scappa nel momento in cui si vedono delle scarpette piccoline accanto ad un paio di una donna adulta.
SCARPE SUL DANUBIO |
PALAZZO
DEL TERRORE:
Palazzo che da lontano inizia ad
incutere un po’ di timore per dei pannelli neri posizionati in cima, i quali
hanno dei “buchi” (non so come altro dire) a forma di lettere che ad un certo
orario proiettano nel muro la parola TERRORE sulla parete sottostante.
È un museo crudo, spaventoso, che fa
rabbia.
C’è la ricostruzione di una prigione
sotterranea, video testimonianze delle vittime con sottotitoli inglesi, cifre
altissime di morti scritte sui muri.
Ora devo
purtroppo ammettere la mia grandissima ignoranza sul fatto che ero quasi
totalmente ignara di tutto lo schifo che Budapest dovette subire durante il
regime Comunista, iniziato subito dopo quello Nazista. Così, sconvolta dalla mia
ignoranza e con l’audioguida in mano, ho scoperto questo un triste pezzo di storia…
viaggiare in fondo è anche questo.
MUSEO DEL TERRORE |
MONUMENTO
ALLA LIBERAZIONE (O STATUA DELLA LIBERTA’):
Si trova sulla collina di Gellert ed è costituita da un alta
colonna bianca sulla cui cima si staglia la statua di una donna che tiene in
alto tra le mani una palma, simboleggia la liberazione dal Nazismo da parte dell’Armata
Rossa (beh…quindi direi un semimonumento di libertà a parer mio!). Per arrivare
bisogna salire sulla suddetta collina, è una passeggiatina tosta ma il
paesaggio da lassù vale la fatica.
MONUMENTO DELLA LIBERTA' |
Non credo sia giusto saltarli durante la visita della città perché Budapest è troppo imperniata dal ricordo dei sorprusi subiti. Si rischierebbe di non entrare in comunione con la città come invece inaspettatamente è accaduto a noi.
GRAZIE BUDAPEST
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DICHIARO CHE QUESTA RECENSIONE E' FRUTTO DELLA MIA ESPERIENZA E CHE RAPPRESENTA LA MIA OPINIONE AUTENTICA ; DICHIARO ALTRESI' DI NON AVERE RELAZIONI PERSONALI O PREFESSIONALI CON NESSUNA AZIENDA E CHE NON MI SONO STATI OFFERTI INCENTIVI O PAGAMENTI PER SCRIVERE LA PRESENTE RECENSIONE.